C’era una volta un’anziana coppia che viveva serenamente in una capanna in mezzo ai boschi; la vita dei due scorreva placida, anche se a volte la solitudine si faceva sentire, dato che non avevano figli. Un giorno, mentre il marito stava raccogliendo legna per il fuoco, sentì un disperato lamento provenire dalla palude vicino al luogo in cui si trovava. Incuriosito, il vecchio si diresse in quella direzione, dove vide una stupenda gru bianca con una zampa bloccata nella trappola di un cacciatore. Il buon uomo non esitò un attimo, ed entrando nella fredda fanghiglia, raggiunse la povera bestia e la liberò; questa si alzò in volo verso il cielo che già preannunciava la neve, volteggiò un po’ sopra il suo salvatore emettendo grida di gratitudine, e poi se n’andò. Quella sera, davanti al focolare, l’uomo raccontò a sua moglie quanto gli era accaduto quel giorno e, mentre stavano ormai per accingersi ad andare a dormire, qualcuno bussò alla porta. Il vecchio andò ad aprire chiedendosi chi mai poteva trovarsi di notte in mezzo al bosco e sotto la neve, e la risposta fu sorprendente: si trovò infatti davanti una ragazzina dai modi gentili che chiedeva ospitalità per la notte, in quanto si era persa. La moglie si affrettò a farla entrare al caldo per asciugarsi e mangiare qualcosa, e preoccupata le chiese cosa mai ci facesse una ragazzina in mezzo al bosco tutta sola. Lei dichiarò di essere in viaggio senza una meta, e il vecchio pensò fra sé e sé che doveva esserle capitata qualche sciagura; così, senza indagare troppo per non essere scortesi, gli anziani coniugi chiesero alla ragazza di restare per far loro compagnia. Lei accettò con entusiasmo, ringraziò, e tutti andarono a dormire sereni. Il giorno dopo, prima del sorgere del sole, la ragazzina si alzò e si diresse in cucina per preparare la colazione ai suoi ospiti, ma trovò la dispensa completamente vuota. L’unica cosa a portata di mano era una cesta piena di spole di filo; lei le prese e si chiuse nella stanza da lavoro vicino alla cucina. Quando i due vecchietti si svegliarono sentirono provenire da quella direzione un rumore di telaio in azione; non vedendo la loro ospite nel suo letto si chiesero cosa stesse facendo, e la risposta non si fece attendere: la ragazza uscì dalla stanza con un rotolo di broccato dai colori bellissimi e rappresentante una gru nell’atto di spiccare il volo. I due rimasero stupiti, e ringraziarono più volte la giovane quando questa lo regalò loro perché lo vendessero, in modo da guadagnare un po’ di denaro per acquistare viveri per l’inverno. Il giorno stesso l’uomo si recò in paese e vendette il tessuto per un ottimo prezzo; con il ricavato, poi, acquistò vivande per tutti e tre e un bel pettine per la ragazza. Quella sera la capanna dei due anziani coniugi irradiava allegria, e quando fu ora di andare a dormire, la ragazza dichiarò che sarebbe rimasta sveglia per tessere qualche abito. I due si opposero, dicendo che era assolutamente necessario che lei si riposasse, ma la giovane insistette, ponendo in più una condizione: nessuno avrebbe dovuto andare a guardarla mentre lavorava. Un po’ sconcertati, i vecchi accettarono la condizione e andarono a dormire. Da quella volta, ogni mattina la ragazza ebbe pronto un rotolo di broccato che il vecchio vendeva in paese, ottenendo il denaro necessario a comprare le scorte per l’inverno. La cosa continuò per settimane, e più passava il tempo, più la ragazza sembrava indebolirsi, diventare pallida e dimagrire. Era come se fosse costantemente sul punto di svenire e, quando una sera si rifiutò di toccare cibo, i vecchi protestarono ed esortarono la ragazza a riposarsi di più. Per tutta risposta, lei chiese che le fosse permesso di preparare un ultimo rotolo di broccato, e si diresse nella sua stanza di lavoro barcollando e chiudendosi la porta alle spalle. Quella notte gli anziani coniugi erano talmente preoccupati per la giovane da non riuscire a dormire, così il marito decise di andare a vedere come stava la ragazza. Inutilmente la moglie cercò di ricordargli la promessa fatta, ma lui non volle sentire ragioni, e silenziosamente sbirciò attraverso uno spiraglio della porta della stanza di lavoro: sorpresa! Davanti al telaio non c’era la ragazza, ma una stupenda gru bianca intenta a tessere un broccato facendo uso delle sue stesse piume! Il vecchio, incredulo, entrò nella stanza, e appena la gru lo vide, si trasformò nella ragazzina. “Avevate promesso di non spiarmi mentre lavoravo” disse “Ero veramente felice di stare qui con voi, ma ora che avete scoperto il mio segreto, sono costretta ad andarmene. Mi dispiace” e così dicendo abbandonò il telaio, corse fuori dell’uscio, si ritrasformò nella gru, spiegò le ali e volò via. Il vecchio riconobbe la povera bestia che aveva salvato tempo prima dalla trappola nella palude. Con le lacrime agli occhi, i due osservarono la gru salire verso il cielo in ampi cerchi gridandole quanto le volevano bene, e prima che sparisse alla loro vista, il vecchio le lanciò il pettine che le aveva regalato. La gru lo prese nel becco, stridette con profonda tristezza e sparì fra le nuvole illuminate dalla luce della luna.
Me

- MadameButterfly
- para-para-paradise
- “So, this is my life. And I want you to know that I am both happy and sad and I'm still trying to figure out how that could be.” ― Stephen Chbosky
We must not expect happiness. It is not something we deserve. When life goes well, it is a sudden gift; it cannot last forever.
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10.24.2012
10.03.2012
I kappa
Kappa (河童) significa letteralmente "figlio del fiume" noto come folletto d’acqua. Originario della religione shintoista , il loro comportamento più solito era quello di trascinare i bambini nell’acqua per farli poi morire annegati anche se non disdegnavano attaccare individui adulti colti di sorpresa nei pressi del lago, fiumi o stagni che abitavano. La loro pericolosità era data dalla loro incredibile forza fisica, infatti riuscivano ad avere la meglio pure con animali di grossa taglia. Il loro punto di forza (ma anche punto debole) era nella testa. Quest’ultima non poteva stare a lungo senza essere bagnata, quindi il tempo in cui un kappa veniva sulla terra ferma era comunque limitato anche se non breve. Inoltre con la testa bagnata si dice che avessero la forza di 100 uomini !!! Ma oltre a questo sono anche abili lottatori di sumo. Nonostante tutto, siccome i Kappa sono molto beneducati, il modo migliore per sconfiggerne uno, qualora lo si incontri, è fare un profondo inchino: in tal modo, infatti, loro sarano costretti a ricambiare versando tutta l'acqua che portano " nella fontanella " in testa e perdendo, così, tutta la loro forza! Per quanto riguarda il loro aspetto fisico ci sono più versioni ma la più comune è innanzitutto che sono verdi, con una chierica sopra la testa e un grande becco. Il corpo è simile a quello di una tartaruga ed infatti hanno anche un guscio sulle spalle. Naturalmente il loro fisico adattato all’acqua possiede mani e piedi palmati. Non molto grandi fisicamente hanno anche la particolarità di mimetizzarsi benissimo con l’ambiente che li circonda, come i camaleonti. La loro “dieta” è a base di sangue, vittime annegate (sia umani che animali) e cetrioli (sembra non amino il pesce) ed usano quest’ultimi per viaggiare cavalcandoli. Il loro aspetto e la loro triste fama non deve comunque trarci in inganno. I kappa solo esseri molto intelligenti e padroni assoluti dell’arte ortopedica che loro insegnano solo a uomini che ritengono degni. Infatti ci sono stati casi in cui dei Kappa hanno pure aiutato delle persone che hanno conquistato la loro stima e amicizia.
9.23.2012
Lo spirito come l'acqua
水の心
Mizu no kokoro
Mizu no kokoro
Spiegazione: Colui che è saggio vive con la semplicità dell' acqua. Questa non si inchina a nessuno, oppure permane immutabile ed eterna. Si adegua ad ogni recipiente senza sminuirsi di valore, con il freddo si indurisce come il diamante. E' fragile ed impetuosa, utile ed armoniosa. Porta con se la linfa vitale del divenire, senza superbia nè vanità.
Proverbio Giapponese
9.18.2012
Aokigahara, la foresta del suicidio

Aokigahara è una foresta che si trova alla base del Monte Fuji. La traduzione letterale di Aokigahara è "Il mare di alberi", sebbene sia una foresta dalle dimensioni limitate, circa 35 km quadrati.
E' una foresta fitta e difficile da attraversare, spesso oscura e umida.
Tuttavia non è nota per il suo ecosistema o per la sua intricata rete di grotte: Aokigahara è famosa anche fuori dal Giappone per il numero di suicidi che ogni anno avvengono nella zona.
Si può stimare una media di 100 suicidi ogni anno.
Perchè questa foresta pare essere la località preferita dai giapponesi per morire?
Uno dei motivi sarebbe quello di morire ai piedi del Monte Fuji. La montagna è considerata sacra e popolata da divinità, e probabilmente molte persone desiderano togliersi la vita in quel luogo nella speranza di entrare a far parte del mondo mistico della mitologia giapponese locale.
Un'altra ragione sarebbe prevalentemente "tattica": la foresta è intricata e fitta; il groviglio di alberi non lascerebbe sfuggire alcun suono, lasciando i suicidi liberi di togliersi la vita indisturbati senza che nessuno possa correre in loro aiuto.
Alcune leggende giapponesi sostengono che le anime delle persone che si sono tolte la vita ad Aokigahara abbiano permeato gli alberi, e che tutt'ora vaghino per la foresta alla ricerca della pace eterna.
Aokigahara è considerato uno dei luoghi più infestati del Giappone; com'è naturale immaginare, attorno a luoghi coinvolti in una sequenza così impressionante di morti nascono come funghi storie di fantasmi e leggende.
Una marea di spiritisti hanno visitato la foresta, affermando che all'interno di essa si possa percepire un'energia malvagia, secondo loro frutto dell' accumulo di sofferenza nel corso dei secoli.
Questa energia malvagia spingerebbe molte persone a togliersi la vita, benchè alcune siano entrate nella foresta senza alcun intento suicida.
C'è chi sostiene inoltre che, in realtà, alcuni dei suicidi non sarebbero tali: ci sarebbe un giacimento di ferro sotterraneo in grado di far impazzire una bussola, e molte persone si sarebbero perse nella foresta proprio per questo motivo, non ritrovando più la via d'uscita e rimanendo intrappolate all'interno del groviglio di cespugli ed alberi di Aokigahara, fino a morire.
9.04.2012
Sotto i ciliegi
riposano in eterno -
coloro che amai -
Ombra del vento sussurra dolci note
- le puoi sentire? -
Haiku di Eufemia Griffo.
9.02.2012
L'orchidea dal samurai
GENERE: Neofinetia
Come mai una casta guerriera trovò tanto interesse per un’orchidea? Fu sicuramente la forma del fiore, una forma ben nota ai samurai che simboleggiava il Kabuto, il loro elmo da guerra. Tanto era importante la buona coltivazione di questa orchidea, che assumeva valore simbolico anche la piantumazione nel vaso, se ben eseguita rappresentava il coraggio e la corretta formazione del bushi.
Nomi popolari: orchidea dei samurai – orchidea del vento (in giapponese – Fuuran)
Il nome del genere è stato assegnato in onore di Achille Eugène Finet (1863, Argenteuil -1913, París), botanico francese che ha dedicato gran parte della sua vita allo studio delle orchidee cinesi e giapponesi.
Neofinetia falcata, un’orchidea di piccole dimensioni e di grande bellezza. Per la sensibilità occidentale non è altro che una delle tante varietà di orchidea in commercio, facilmente reperibile, dal costo contenuto, ma nella terra del Sol Levante era ed è tutt’ora un simbolo. L’undicesimo Shogun, Ienari Tokugawa, che ha retto le sorti del Giappone dal 1773 al 1837, ha amato questa pianta tanto da collezionarne duecento esemplari. La coltivazione di questa orchidea era permessa solo nelle case dei samurai, i feudatari portavano i loro “gioielli verdi” negli spostamenti periodici verso Edo, l’odierna Tokyo, questo ben spiega il soprannome di “Orchidea dei samurai”.
In Giappone questa orchidea è chiamata Fuuran, abbreviazione del più completo nome “Keiran Ichimei Fuuran”, termine che possiamo tradurre in “Orchidea del vento”, nome ancora usato per indicare le piante in sito.
Solo con il periodo Meiji, 1868 – 1912, la coltivazione di questa orchidea si è per così dire “liberalizzata” ed ha potuto svincolarsi dall’influenza dei samurai. Solamente all’inizio del ventesimo secolo, per l’appunto, le Fuuran poterono essere possedute e coltivate da chiunque. Sin dall’inizio di questo nuovo periodo, i ricchi collezionisti influirono sul prezzo delle piante tanto da far aumentare in modo considerevole i prezzi, inizia un autentica mania ancora esistente e rappresentata dalla associazione orchidofila Nihon Fuukiran Kai, Società Giapponese delle Neofinetie.
Ancor oggi Neofinetia falcata gode di molta considerazione in Giappone ed alcuni cultivar sono venduti a peso d’oro.
Fonte articolo
Fonte foto
Ancor oggi Neofinetia falcata gode di molta considerazione in Giappone ed alcuni cultivar sono venduti a peso d’oro.
Fonte articolo
Fonte foto
8.08.2012
un cuore giapponese: Okuribon
un cuore giapponese: Okuribon: Obon, è una festa buddista, è un momento di legame con gli antenati e dei propri familiari defunti. I giapponesi pregano per gli antena...
Obon
Obon
8.06.2012
"Dopo la guerra....
eravamo terrorizzati dall’occupazione, dalle ritorsioni degli americani. Ma furono così gentili nei nostri confronti. Provammo solo riconoscenza”Così anni fa mi spiego' un’anziana signora giapponese quando le chiesi il perchè.
Giappone Mon Amour
Lanterne di carta galleggiano lungo il fiume Motoyasu di fronte al Duomo colpito dalla bomba atomica vicino a Hiroshima Peace Memorial Park di Hiroshima, nel Giappone occidentale, Sabato 6 agosto 2011. La città giapponese di Hiroshima ha segnato il 66 ° anniversario del bombardamento.
Akai
7.27.2012
7.23.2012
Nobody knows who I really am....
I never felt this empty before
And if I ever need someone to come along
Who's gonna comfort me and keep me strong
We are all rowing the boat of fate
The waves keep on comin' and we can't escape
But if we ever get lost on our way
The waves would guide you through another day
Tookude iki wo shiteru toumei ni nattamitai
Kurayami ni omoe takedo mekaku shisarete tadake
Inori wo sasagete atarashii hi wo matsu
Azayaka ni hikaru umi sono hate made
Nobody knows who I really am
Maybe they just don't give a damn
But if I ever need someone to come along I know you would follow me, and keep me strong
Hito no kokoro wa utsuri yuku nukedashita kunaru
Tsuki wa mata atarashii shuuki de fune wo tsureteku
And every time I see your face,
The oceans heave up to my heart
You make me wanna strain at the oars,
And soon I can see the shore
Oh, I can see the shore
When will I.... can see the shore?
I want you to know who I really am I never thought
I'd feel this way towards you
And if you ever need someone to come along
I will follow you, and keep you strong
Tabi wa mada tsudzuiteku odayakana hi mo
Tsuki wa mata atarashii shuuki de fune wo terashidasu
Inori wo sasagete atarashii hi wo matsu
Azayaka ni hikaru umi sono hate made
And every time I see your face,
The oceans heave up to my heart
You make me wanna strain at the oars,
And soon I can see the shore
Unmei no fune wo kogi nami wa tsugi kara tsugi e to
Watashitachi wo osou kedo
Sore mo suteki na tabi ne
Dore mo suteki na tabi ne
7.07.2012
La festa di Tanabata
Secondo la tradizione il 7 luglio sara’ l’unica notte in cui due stelle, le divinita’ di un uomo e di una donna (Vega e Altair) – per tutto l’anno separate dalla Via Lattea – si potranno infine incontrare. E cosi’ per Tanabata tutti attaccano i propri desideri a fusticelli di bambu’ nella speranza che si avverino.
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Photo Credit Giappone Mon Amour |
GiapponeMonAmour
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Tanzaku 短冊.
I tanzaku sono desideri o preghiere che vengono appesi ai rami degli alberi di bambù tipici della festa giapponese di Tanabata.
I desideri vengono scritti su apposita carta tradizionale giapponese, a volte circondata da un bordo dorato, che viene prodotta in due misure standard (convertite da misure in pollici): 6,1 x 36,2 e 7,6 x 36,2 circa.
Source
6.30.2012
Leggenda Giapponese: LA FARFALLA BIANCA
In una casetta dietro il cimitero del tempio di Sozanji viveva un vecchio di nome Takahama. Era molto amabile e piaceva a tutti i suoi vicini, anche se molti di essi lo consideravano un po’ pazzo. A quanto sembra la sua pazzia consisteva semplicemente nel fatto che non si era mai sposato e non aveva mai mostrato desiderio di restare in intimità con una donna.
Un giorno di estate si ammalò tanto gravemente, che mandò a chiamare la cognata e il figlio di lei. I due arrivarono e fecero tutto ciò che potevano per dargli sollievo nelle sue ultime ore. Mentre lo vegliavano, Takahama si addormentò.
Poco dopo una grande farfalla bianca volò dentro la stanza e si posò sul cuscino del vecchio. Il ragazzo cercò di cacciarla via, ma quella tornò tre volte, come se fosse riluttante ad abbandonare il malato. Alla fine il nipote di Takahama riuscì a farla uscire in giardino e a farle attraversare il cancello fino a farla entrare nel cimitero, dove si posò sulla tomba di una donna e misteriosamente scomparve. Osservando la tomba, il giovane trovò il nome “Akiko” scritto su di essa, insieme a un epitaffio che raccontava come Akiko era morta all’età di diciotto anni. Benché la tomba fosse ricoperta di muschio e sembrasse costruita decenni prima, il ragazzo notò che era circondata di fiori e che il piccolo serbatoio dell’acqua era stato riempito di recente.
Quando il giovane tornò alla casa, Takahama era ormai spirato. Si rivolse alla madre e le raccontò quello che aveva visto nel cimitero.
«Akiko?» mormorò la madre. «Quando tuo zio era giovane, fu fidanzato con Akiko. La ragazza morì di tubercolosi proprio il giorno prima delle nozze. Quando lasciò questo mondo, tuo zio decise che non si sarebbe mai sposato e che avrebbe vissuto per sempre vicino alla sua tomba. Per tutti questi anni ha mantenuto la sua promessa e ha conservato nel cuore tutti i dolci ricordi del suo unico amore. Tutti i giorni Takahama si recava nel cimitero, sia che l’aria fosse profumata dalla brezza dell’estate, sia che fosse appesantita dalla neve che cadeva d’inverno. Tutti i giorni pregava che lei fosse felice, bagnava la tomba con le sue lacrime e portava dei fiori. Adesso che Takahama stava morendo e non poteva più svolgere il suo compito amoroso, Akiko è venuta per lui. Quella farfalla bianca era la sua anima dolce e innamorata».
6.27.2012
- Kuroi manekineko 黒い招き猫 -: Mineko Iwasaki 岩崎 峰子
- Kuroi manekineko 黒い招き猫 -: Mineko Iwasaki 岩崎 峰子: Come vi avevo detto in un post precedente, leggendo "Storia proibita di una Geisha" mi sono innamorata dell'autrice, nonchè protagonista de...
1.17.2012
Ninja donne - くノ一 (Kunoichi)
A Kunoichi is a female ninja or practitioner of ninjutsu. Like male ninjas, they are very adept in unorthodox battle ways like espionage, sabotage, infiltration, and assassination but due to their gender, they are also oftentimes used for tactical surveillance and missions that require them to use their femininity to gather information.
Source
1.15.2012
Il ciliegio Jiu-Roku-Zakura
In Giappone c'è una leggenda legata ad un vecchissimo ciliegio che si trova a Wakegori. Quest'albero è conosciuto da tutti come "Jiu-Roku-Zakura" (il ciliegio del sedicesimo giorno) a causa della sua particolarissima fioritura che, ogni anno, arriva puntuale il sedicesimo giorno del primo mese dell'antico calendario lunare e termina al calare del giorno stesso.
Dietro questa fioritura, unica nel suo genere poichè i ciliegi normalmente fioriscono in primavera e non nel periodo del Grande Freddo, si cela la triste storia di un samurai di Iyo:
Il "Jiu-Roku-Zakura", infatti, inizialmente era un comune ciliegio senza alcuna caratteristica particolare, un ciliegio che cresceva da diverse generazioni nel giardino di quel samurai. Da più di cento anni gli abitanti di quella casa appendevano ai suoi rami strisce colorate con versi di buon augurio;lo stesso samurai aveva trascorso sotto le fronde di quell'albero interminabili ore della sua giovinezza, e sotto gli stessi rami era cresciuto e invecchiato, e sembrava che sotto quei rami la sua vita non avesse mai fine, poichè ad uno ad uno l'uomo vide morire tutti i suoi cari, tutti i suoi figli, fino al giorno in cui si rese conto di non avere nient'altro al mondo oltre il suo ciliegio.
Ma un'estate, improvvisamente, anche l'albero morì, lasciando un incolmabile vuoto nel cuore del vecchio samurai.
Dei vicini tentarono di colmare quel vuoto piantando nel giardino dell'uomo un ciliegio bello e giovane, ma il cuore del samurai continuava ad essere colmo di sofferenza.
Questa triste situazione andò avanti per molto tempo, ma un giorno, e precisamente il sedicesimo giorno del primo mese, l'uomo si ricordò improvvisamente di un modo con cui era possibile salvare una creatura morente: "Migawari ni tatsu", ossia "operare una sostituzione", chiedere agli Dei di scambiare la propria vita con la sua. Immediatamente corse in giardino, si inchinò davanti all'albero avvizzito e disse "Degnati, te ne prego, di fiorire ancora, perchè sto per morire al posto tuo".
A quel punto il vecchio samurai distese sul terreno dei mantelli, vi si sedette e, senza esitazioni, fece seppuku. Nello stesso istante in cui la lama gli trapassava il ventre, la vita e lo spirito dell'uomo si trasferirono nell'albero e gli permisero di rinascere e di rifiorire in tutta la sua bellezza.
Da allora ogni anno, il sedicesimo giorno del primo mese, mentre in Giappone regnano il freddo e la neve, il Jiu-roku-zakura fiorisce, facendo conoscere al mondo la generosità di un samurai capace di donare la propria vita pur di vedere ancora quei fiori.
9.25.2011
8.31.2011
Aizen miyo o
Dio dell’amore, rappresentato in maniera contraddittoria come un mostro con sei braccia, tre occhi ed un aureola
Made in Japan
Made in Japan
8.26.2011
Il cuore...
...muore di una morte lenta.
Perdendo ogni speranza come foglie.
Finché un giorno non ce ne sono più.
Nessuna speranza.
Non rimane nulla.
Memorie di una Geisha
The heart dies a slow death,
shedding each hope like leaves...
Until one day there are none.
No hopes.
Nothing remains.
Memoir of a Geisha
Perdendo ogni speranza come foglie.
Finché un giorno non ce ne sono più.
Nessuna speranza.
Non rimane nulla.
Memorie di una Geisha
The heart dies a slow death,
shedding each hope like leaves...
Until one day there are none.
No hopes.
Nothing remains.
Memoir of a Geisha
L'ombra d'amore
Morendo d'amore,
il mio corpo ad un'ombra
è ridotto:
eppure quest'ombra non può
apprendersi ai passi dell'amata.
{Anonimo giapponese}
8.05.2011
L'Umi No Hi - La festa del mare
Ogni terzo Lunedì del mese di Luglio, in Giappone si festeggia l’ Umi no Hi, letteralmente il giorno del mare.
L’oceano ha svolto un ruolo significativo nella storia di Tokyo, e del Giappone in generale.
Durante il Periodo Edo, uno dei motivi per cui il Giappone rimaneva staccato dal resto del mondo era proprio dovuto al fatto che fosse circondato dal mare. Fu solo con l’arrivo del capitano Perry e delle sue navi, approdate nella baia di Tokyo, che costrinse il Giappone ad accettare le richieste americane di riaprire le sue porte al mondo.
A differenza delle molte feste giapponesi, questa è una festa moderna, a cui non è legata nessun evento tradizionali ad essa; fu festeggiata ed introdotta la prima volta nel 1996.
Tuttavia, molti acquari e piscine nei dintorni di Tokyo, offrono sconti speciali durante questa giornata.
Inoltre ci sono anche numerose feste in spiaggia, con tanto di fuochi artificiali, che riversano milioni di giapponesi verso il mare, anche per scappare dal caldo afoso ed opprimente del mese di Luglio.
Le zone più popolari per queste feste includono Kamakura, Enoshima e Zushi, così come la spiaggia artificiale di Odaiba.
L’oceano ha svolto un ruolo significativo nella storia di Tokyo, e del Giappone in generale.
Durante il Periodo Edo, uno dei motivi per cui il Giappone rimaneva staccato dal resto del mondo era proprio dovuto al fatto che fosse circondato dal mare. Fu solo con l’arrivo del capitano Perry e delle sue navi, approdate nella baia di Tokyo, che costrinse il Giappone ad accettare le richieste americane di riaprire le sue porte al mondo.
A differenza delle molte feste giapponesi, questa è una festa moderna, a cui non è legata nessun evento tradizionali ad essa; fu festeggiata ed introdotta la prima volta nel 1996.
Tuttavia, molti acquari e piscine nei dintorni di Tokyo, offrono sconti speciali durante questa giornata.
Inoltre ci sono anche numerose feste in spiaggia, con tanto di fuochi artificiali, che riversano milioni di giapponesi verso il mare, anche per scappare dal caldo afoso ed opprimente del mese di Luglio.
Le zone più popolari per queste feste includono Kamakura, Enoshima e Zushi, così come la spiaggia artificiale di Odaiba.
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