Me

- MadameButterfly
- para-para-paradise
- “So, this is my life. And I want you to know that I am both happy and sad and I'm still trying to figure out how that could be.” ― Stephen Chbosky
We must not expect happiness. It is not something we deserve. When life goes well, it is a sudden gift; it cannot last forever.
7.27.2012
7.07.2012
La festa di Tanabata
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GiapponeMonAmour
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Tanzaku 短冊.
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1.23.2012
8.25.2010
Updating my wishlist...
- L'Enigma delle Sirene. Due corpi un nome.
- Il riscatto della sirenetta. Da metafora a simbolo: il sacrificio al servizio del processo di crescita
6.16.2010
About the Mojito
The mojito is one of Cuba's most popular rum drinks. It is refreshing and potent.
Variations date back to the time of pirates who sailed in Cuba's waters, but the one we drink today was born in the 1930s in Havana, about the time Ernest Hemingway was living, fishing, and writing there.
The mojito depends on three very distinct Cuban ingredients: rum, lime, and sugar. The sugar is first mixed with warm water to make syrup, then add some freshly crushed mint, ice, and a splash of club soda, and you've got a drink that's distinctly Cuban.
By adding slices of fruit or flavoured rums, it's easy to make variations on the original with a subtle touch of your favourite fruit flavour.
Emilio Estefan
"Estefan Kitchen"

Mojito pronto da servire
11.60€ è il costo per ubriacarmi. Considerando che ogni cocktail costa dai 5 ai 6€ direi che ci sta, no?
God bless Bacardi!
6.13.2010
Amori, sensi e 'machismo'
Tra i misteri di Cuba, c'è quello della sensualità spiccata e debordante. Le donne camminano eleganti, quasi a passo di danza. Gli uomini le osservano, come cacciatori appostati in attesa di dar vita all'antico rituale dell'accoppiamento. I preliminari dei maschi sono a basi di piropos (apprezzamenti galanti, fatti di parole poetiche e immaginifiche, senza trascendere quasi mai nella volgarità). Quelli delle donne, sono all'insegna di occhiate incendiarie, sorrisi di lusinga e andatura da vamp.
Basta partecipare a una qualsiasi festa, o andare in una discoteca, per vedere cosa sanno fare i cubani: ritmi africani e salseri presuppongono il movimento infinito del bacino (la mitica cintura cubana). Musica e ballo diventano ulteriori ingredienti del corteggiamento, simulazione di quello che può accadere di lì a poco, altri piropos. Incostanza e volubilità fanno parte del temperamento cubano.
Bisogna fare attenzione ai riti della Santeria, è il consiglio della cultura popolare dell'isola. Filtri d'amore e brujería africana possono legare una persona all'altra in maniera indissolubile, o vendicare una pena d'amore fino al martirio fisico e psicologico di chi ha osato tradire o commettere un imperdonabile sgarbo. Agli uomini, per esempio, è consigliato di non bere caffé e altro tipo di bibite in casa di donne con le quali si è solo al primo approccio (se la storia continua, bisogna comunque fare attenzione a che nulla venga versato di nascosto nelle bevande). I consigli proseguono con l'avvertenza che è meglio non farsi lavare camice e biancheria intima dalle stesse donne, che potrebbero usarli per mettere in opera il cambio de vida, quel rituale che può creare un prima e un dopo nella vita della persona desiderata a attirarla nella spirale della dominazione amorosa. Gli stessi consigli valgono per le donne, anche se è molto difficile -pressoché impossibile- che l'uomo cubano si offra per i lavori casalinghi. In ogni caso, la prudenza non è mai troppa. Nonostante il fuoco della passione.C'è poi da considerare lo slang cubano, quasi un intercalare obbligato, fatto di "mi amor, mi vida, mi cielo, mi pedazito, mis ojos de la profundidad" che viene rivolto a chiunque, perfino al turista inconsapevole e non solo all'oggetto del proprio amore. Nella fase più acuta del periodo especial, quando erano quotidiani gli stacchi della luce fino a 18 ore al giorno (i terribili apagones), si poteva ascoltare un "mi ventilador de tres velcidad". Era il massimo dell'approccio sensuale in una dichiarazione d'amore, tenendo conto che il ventilatore è elettrodomestico indispensabile alle temperature del Tropico. Questo intercalare, unito all'abitudine di chiamare tutti per nome, disorienta e imbarazza chi non conosce lo slang: pone immediatamente su un piano di parità e di sudditanza psicologica qualsiasi tipo di relazione.La mitologia della sensualità cubana viene da lontano, addirittura dagli anni del colonialismo spagnolo che in quest'isola avrebbe prodotto la sua migliore invenzione: mulatte e mulatti. Di qui le Habaneras, le canzoni che cantavano gli spagnoli quando abbandonavano l'isola per tornare in patria, e la successiva diffusione di generi musiclai molto romantici, quali Danzón, Bolero e Feeling. Dopo la guerra di indipendenza durata trent'anni (1868-1898) e nella quale la Spagna impiegò nell'ultima fase quasi 300 mila uomini in armi, furono migliaia i soldati iberici che decisero di rimanere a vivere nell'isola incuranti della sconfitta subita. Erano attratti, tramanda la tradizione apocrifa, soprattutto dalle cubane e non solo dal caldo sole dei Caraibi. Quello che fu ancora più straordinario, è che nonostante i tre decenni di guerra riuscirono ad integrarsi perfettamente nella nuova società di Cuba.L'ospitalità e l'allegria dei cubani vinsero sui rancori della lunga guerra.
Quindi, il romanticismo, con qualche sdolcinatura di troppo che può piacere a tanti, abita a Cuba da tempo immemorabile ed è uno degli ingredienti che attira decine di migliaia di visitatori europei anche nel 2000. L'incrocio di razze e culture, oltre alla naturalità delle relazioni tra uomini e donne, contribuiscono a rendere la gente di quest'isola, oltre che dotata di innata socialità, predisposta alle conquiste sessuali.
[...]
Ma l'avvertenza per le donne è di stare in guardia rispetto alla cultura del machismo, che è molto radicata tra i cubani che hanno il culto della proprio virilità. Malgrado la rivoluzione del 1959 abbia istituzionalizzato la parità tra i sessi (rendendo di conseguenza marginale la lotta femminista per la conquista dei diritti sociali), nella famiglia cubana è l'uomo a tenere le redini, come del resto avviene nella realtà sociale. Il diffuso maschilismo trova origine nell'eredità dell'organizzazione familiare di stampo coloniale, dove l'uomo era il padrone assoluto della vita collettiva.Le donne cubane, per abitudine e tradizione, trovano naturale contrapporre alla femminilità allo stato puro. Molte di loro si considerano prede ideali, ovviamente prede con abilità e capacità di decidere da chi farsi conquistare. Per questo, sono anche buone psicologhe con innata e sapiente attitudine a saper agire sui punti deboli dell'emotività dei propri partner occasionali o duraturi. Ecco spiegato il detto popolare che dice: "Las cubanas te envuelven, te ambujan, y te funden como un tornillo" ("Le donne cubane ti avvolgono, ti invogliono e ti fondono come una vite"). La femminilità allo stato puro, nella bizzarra miscela fatta di tradizione ed emancipazione, può far perdere la testa a chi in Europa da decenni si arrovella sulla crisi del desiderio e dei ruoli maschile/femminile. A Cuba, gli uomini sono uomini e le donne sono donne senza crisi di identità.Il machismo come tratto della cultura nazionale spiega anche il rigetto per l'omosessualità, considerata dai più o malattia o comportamento sociale deviante (la stessa rivoluzione , nei primi anni Sessanta, ha finito per scagliarsi contro i maricones per poi, fortunatamente, abbandonare ogni forma di discriminazione). Eppure, l'assoluta libertà sessuale che si muove sui labili confini delle bisessualità - molto diffusa tra uomini e donne (altro tratto cubano cui fare attenzione, se si hanno inclinazioni sessual tradizionali) - dovrebbe rendere tolleranti i cubani. Ma è l'atavico machismo a vincere sulla tolleranza.
C come Cuba
Aldo Grazia
6.11.2010
"C" come Cuba
5.11.2010
Mi Vida - L'autobiografia

Sono contenta di dedicare la mia prima recensione per questo libro.
Non mi piacciono le autobiografie e solo al pensiero di doverne leggere una mi viene la nausea.
Conoscevo a malapena Celia, solo qualche canzone, e l'idea di leggere qualcosa di una persona di cui sapevo poco o niente non mi entusiasmava.
E invece si è rivelato uno dei libri più belli che io abbia mai letto.
Questo libro merita di essere letto da tutti, non solo da chi ama la musica latina.
Mi ha fatto sorridere, mi ha stupito, ho riso e sì...mi ha fatto anche commuovere e qualche lacrima è scesa.
Celia era una persona straordinaria, ha messo sempre gli altri prima di lei anche quando era malata e non aveva le forze di salire sul palco. Ma lo fece. Per "noi", i suoi fan, coloro che le hanno permesso di vivere in maniera agiata in esilio. Non voleva deludere nessuno.
Rimarrai sempre con noi, grazie per la tua musica, grazie per avermi ispirato facendomi fare un ampio e triste esame di coscienza.
Possa riposare la tua anima in pace...
Celia Cruz, La voz de Cuba
3.19.2010
???
Virginia Woolf

Che cacchio ci fa una parola spagnola in un testo considerato un classico della letteratura inglese nella versione tradotta in italiano?
tampoco:adverbio
not … either;
yo ~ entendí I didn't understand either;
él no va, ni yo ~ he isn't going and neither am I;
no he estado en Roma ni ~ en París I've never been to Rome or Paris
1.23.2010
Finalmente nella mia libreria


12.20.2009
The importance of being in love
12.12.2009
Significato del fiore di orchidea
"Sei La donna più bella del mondo". Il significato del fiore parla chiaro. La sensualità, la bellezza è quello che simboleggia questo fiore. Il significato è da attribuirsi alla bellezza del fiore, ma anche alla loro rarità e alla difficoltà di coltivazione. Sono così alti il suo potere di seduzione e l'esotismo del suo aspetto, che essa continua imperturbabile a comunicare raffinatezza, lusso, eleganza. A differenza di altri fiori, che possono portare i nostri messaggi anche ad amici e conoscenti, è difficile pensare di dedicare un'ORCHIDEA ad altri se non ad una donna BELLISSIMA ed AFFASCINANTE, che suscita in noi un'ammirazione senza pari. L'Orchidea non vuol dire "Ti Amo" o "Ti Voglio" ma solo "Sei Bellissima". Regalarla è un'ammissione di totale dedizione: significa infatti confessare di avere i sensi in subbuglio, unitamente ad un sentimento di rispetto, quasi di venerazione. Donare un'orchidea è una dedica importante, significa dire: "Sei sensuale".
12.04.2009
The rythm of success

11.28.2009
Il nuovo libro di Isabel Allende

En su nueva novela, "La isla bajo el mar", la escritora chilena Isabel Allende sumerge de lleno al lector en el terrible drama de la esclavitud, un problema que, en contra de lo que podría pensarse, "no está anticuado" porque "nunca ha habido más esclavos en el mundo que ahora".
"Hay 27 millones de personas que actualmente viven en la esclavitud, gente que es retenida contra su voluntad y obligada a trabajar sin remuneración, sobre todo en el sudeste asiático", ha asegurado Allende en una entrevista con la agencia Efe, que tuvo lugar antes de que la escritora presentara en público su nueva novela, publicada por Plaza Janés en todos los países hispanohablantes.
Una niña vendida como esclava
En poco más de dos semanas, esta novela protagonizada por una mulata que a los nueve años es vendida como esclava al dueño de una importante plantación de azúcar en el Santo Domingo de finales del siglo XVIII, está ya en la lista de los libros más vendidos y ha habido que aumentar la tirada inicial de 150.000 ejemplares hasta los 300.000.
Allende reside en California desde hace 21 años y, ahora, acaba de llegar de Nueva York, de participar en una conferencia "intergeneracional" sobre la mujer.
Atrás queda ya el constante dolor de estómago que padeció mientras escribía "La isla bajo el mar" y trataba de recrear los abusos que se cometieron con los esclavos en la colonia de Saint-Domingue, "la más rica de Francia".
"Pasé dos años convencida de que tenía cáncer. Iba de un médico a otro y nadie me lo curaba. Cuando terminé el libro se me fueron los síntomas, y hasta ahora", ha añadido.
En la colonia francesa "había medio millón de esclavos, y era más barato explotarlos a muerte durante cuatro o cinco años que cuidarlos. Cada año entraban en la isla entre 20.000 y 30.000 esclavos nuevos, carne fresca", comenta Allende, la escritora de habla hispana con más lectores en el mundo. Ha vendido 51 millones de ejemplares de sus novelas y su obra está traducida a una treintena de idiomas.
Protagonistas femeninas
Desde "La casa de los espíritus", la novelista chilena ha creado personajes femeninos inolvidables en muchos de sus libros, y el de Zarité, la esclava protagonista de "La isla bajo el mar", una mulata que lucha a brazo partido para conseguir la libertad, está llamado a poblar esa galería.
"No sé de dónde nace Zarité. Si no resultara increíble, diría que se me apareció, que la soñé", afirma la autora de "Hija de la fortuna", "Retrato en sepia", "Afrodita" y "Paula", entre otros títulos.
"De todos los personajes que he creado, el de Zarité es para mí el que más tengo la sensación de que existió. La veo entera. Es alta, delgada, fuerte, de cuello y manos elegantes, con los pómulos altos, los ojos medio dormidos. Podría decir hasta cómo huele, la siento adentro", dice Allende, cuyos expresivos ojos reflejan la pasión que siente por su nueva novela, publicada también por Círculo de Lectores.
Feminista hasta la médula y defensora de los derechos de la mujer, Isabel Allende, de 67 años, decía hoy que los personajes femeninos de sus libros "se parecen a Zarité en mayor o menor medida. Todas son mujeres que nacen en circunstancias de opresión o de aislamiento, y que logran vencerlas mediante un esfuerzo brutal y gracias a otras mujeres", añadía.
RTVE Noticias
11.26.2009
Frammenti filosofia giapponese
Un uomo sosteneva: “Io conosco la forma della ragione e dell’errore”. Quando qualcuno gli chiedeva chiarimenti al riguardo, egli rispondeva: “La ragione ha quattro angoli e non si muove neppure in una situazione estrema. L’errore è rotondo e, non distinguendo tra bene e male, tra giusto e sbagliato, si lascia rotolare ovunque da una parte all’altra”.
(X, 5)
Una certa persona domandava: “Nel mausoleo del Santo c’è una poesia che recita: ‘Se nel proprio cuore / un uomo segue
Un uomo replicò: “Sembra che ti piaccia la poesia,perciò ti risponderò in versi: ‘Poiché tutto nel mondo è solo inganno / La morte è la sola verità.
Si dice che vivere la vita quotidiana come se si fosse già morti è
(X, 58)
L’amore più profondo è l’amore nascosto. La poesia dice: “Alla mia morte dal fumo conoscerai il mio amore, mai espresso e tenuto celato nel mio cuore”. Chi esprime il suo amore prima di morire, non ama profondamente. Solo l’amore che rimane celato fino alla morte è infinitamente nobile. Sono convinto che sia sublimi amare fino alla morte.
Quando parlai di questo, alcuni erano del mio parere e costoro furono chiamati “amici del fumo”.
Su questo si basa ogni altra conoscenza e la stessa cosa vale nella relazione tra il dai mio e colui che lo serve. Per essere puro di fronte alle persone, un uomo non fa nulla di riprovevole quando è solo nel buio e non pensa alle bassezze. Se si dà da fare per mostrare il suo valore, appariranno i difetti.
(II, 33)
Hagakure,
Yamamoto Tsunetomo
Quest'ultimo pensiero lo condivido perfettamente: solo quando la persona che si crede di amare verrà a mancare si potrà capire se la si è amata veramente...a volte basta piccoli gesto in vita per renderlo possibile, senza doversi affannare a raggiungere la soglia della perfezione, causando più danni che piaceri.
11.21.2009
Si sarà notato che essi osservano il loro destino nel modo in cui, i più, sono soliti osservare una giornata di pioggia
Si può imparare qualcosa da un temporale.
Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma anche tentando di ripararci sotto i cornicioni ci inzuppiamo ugualmente.
Se invece, sin dal principio, accettiamo di bagnarci eviteremo ogni incertezza e non per queto ci bagneremo di più.
Tale consapevolezza si apllica a tutte le cose. (I, 79)
Yamamoto Tsunetomo
11.19.2009
Il libro segreto dei Samurai
[...] attraverso la vittoria sulla paura di morire, ottenuta volgendo costantemente il pensiero alla fine ed essendo consapevoli dell'impermanenza dell'esistenza, l'uomo raggiunge la libertà e la pace interiore.
Ciò non significa rassegnarsi e percepire la vita con pessimismo al contrario, vuol dire cogliere la gioia e la bellezza racchiuse in ogni singolo istante e vivere il momento presente in modo cosciente, nella sua unicità. Come dice il testo: "Di certo esiste solo il particolare scopo del momento presente. Tutta la vita è fatta di momenti che si susseguono. Una volta compresa questa regola fondamentale, il samrai non deve più manifestare impazienza né porsi altri scopi! (II, 17). La Via del samurai non si radica nella violenza né nella ricerca del profitto personale, il suo fine non è uqello di vincere gli altri, ma se stessi. É necessario essere oggi migliori di ieri e domani migliori di oggi, percorrere la Via per tutta la vita, poichè "l'addestramento non finisce mai" (I, 45), e vivere la quoridianità con consapevolezza.
Yamamoto Tsunetomo
10.23.2009
Andrea sono io
Nada racconta la storia di Andrea, una giovane spagnola che, dalle campagne, decide di trasferirsi a casa della nonna a Barcellona per seguire gli studi universitari. Per un ritardo del treno arriva in città in piena notte ma non è per nulla spaventata. Ha pochi soldi in tasca e nessun progetto importante, ma un’infinita speranza di trovare tutto quello che cerca in questa nuova, grande città. Tuttavia quello che l’aspetta è molto diverso dal mondo fresco e stimolante che Andrea immagina. La casa dove andrà a vivere è una vecchia abitazione cadente, che nessuno s’è dato la pena di rimodernare dopo la Guerra Civile. Sporco e pile di mobili accatastati occupano ogni angolo. Gli abitanti, fin troppi, della casa non sono da meno. Figure estremamente provate dalla guerra, che li ha guastati da dentro lasciandoli vuoti di ogni scopo, a volte perfino dei sentimenti. C’è la nonna, unico personaggio della casa che nutre per tutti un grande affetto e soffre nel vedere i propri figli litigare, ma che è ormai troppo anziana e svanita per imporre il controllo. C’è la zia Angustias, donna all’apparenza gelida e spietata che tiene tutta la famiglia sotto le sue regole militaresche. Poi viene lo zio Romàn, personaggio misterioso e ribelle, affaccendato in affari loschi e dal passato ancor più oscuro, per cui ogni donna nutre un’attrazione inspiegabile. Juan è il fratello di Romàn e Angustias ed è una persona dai nervi fragili, molto irascibile, che soffre di assurdi sbalzi d’umore. A provocare la sua ira è soprattutto l’odio verso il fratello e la gelosia verso sua moglie, Gloria, donna dal carattere a tratti fragile e sensibile, a tratti volgare e infido. I due hanno un figlio molto piccolo, che il più delle volte non sanno come sfamare visto che né Gloria né Juan hanno un lavoro stabile. Infine viene la cameriera Antonia (lusso impossibile data la scarsità di mezzi di tutti gli abitanti della casa), creatura bieca e maligna che nutre un amore disperato e cieco nei confronti di Romàn. Tra questi personaggi Andrea comincia la sua vita universitaria come avvolta in un vuoto da cui non riesce a uscire. Pur non volendo, gli scontri nella casa la coinvolgono senza che lei possa sottrarsi. La zia Angustias la tiene praticamente sotto chiave, ricattandola col cibo e l’alloggio che le offre e costringendola a rispettare le sue regole e orari. La conoscenza che cambia la vita di Andrea è quella con Ena, una compagna di università. Ena è una ragazza ricca, bella e colta che vive in una famiglia altrettanto gradevole. L’esatto contrario di Andrea che, con Ena, respira una ventata di aria fresca insperata. Ena le dà anche la forza di emanciparsi dal controllo di Angustias. Andrea inizia a mantenersi da sola, seppur con difficoltà, facendo però della sua vita quello che vuole. Nonostante la conquistata libertà, non c’è nulla che veramente soddisfi Andrea, ogni iniziativa che intraprende risulta inspiegabilmente vuota e deludente. Nutre però per Ena un grande affetto, che sembra ricambiato. I rapporti tra le due amiche poi si freddano d’improvviso, dopo la conoscenza di Ena con Romàn. Tra i due è nata una malsana e squilibrata relazione che Andrea vivrà nel peggiore dei modi, rivelando forse un’inaspettata attrazione per lo zio. Nel sorprenderli nella soffitta in cui Romàn solitamente dorme, in un certo senso è come se Andrea salvasse Ena dall’influenza negativa dello zio, per nulla animato da sentimenti gentili verso la ragazza. Quando Ena, all’improvviso, si accorge dell’errore, tra le due torna l’amicizia. La vicenda si chiude col suicidio di Romàn, improvviso e sconvolgente. Andrea decide che è arrivato per lei il momento di lasciare quella casa, quella città e quella gente. A quel punto le arriva una lettera provvidenziale, in cui Ena la invita a trasferirsi a Madrid offrendole un lavoro conveniente, alle dipendenze del suo ricco padre.
12.09.2008
Estefan Kitchen

By NANCY ANCRUM
nancrum@MiamiHerald.com
One cookbook mines tradition with business savvy and a longing for abuela's Cuban kitchen. The other uses tradition as a springboard to dive into the flavors of multiple cultures.
Both books, published this week, look to Latin cuisine for a foundation, and both are written by stars at the top of their professions. And, Estefan Kitchen and Cuisine à Latina both have Miami home girls at the helm.
From there, they diverge. The difference can be wrapped up in a single ham croquette: Singer Gloria Estefan and her music-producer husband, Emilio, present the comfortingly familiar: ground, smoked ham coated in cracker meal. Chef Michelle Bernstein enriches her croquetas with creamy Gorgonzola cheese and Serrano ham.
Estefan Kitchen (Celebra, $27.50) sticks to the basics, making the most of the Cuban staples that have made big hits out of their restaurants in South Florida and Orlando.
''At Bongos and Larios, we cook for a lot of people,'' Emilio Estefan said in an interview. ``At the same time, we use a lot of recipes that we use in our house -- Gloria's grandma's food, my grandma's food. We combined the restaurant side with our kitchen at home.''
Estefan Kitchen has the feel of a family kitchen, a warm and welcoming place where belly-filling comfort food rules. It's a greatest-hits collection of more than 70 recipes, from plantain chips to papas rellenas (picadillo-stuffed mashed-potato balls), arroz con pollo to Cuban sandwiches, watermelon mojitos to guava flan, illustrated with beautiful color photos. (One user-unfriendly detail: There's no index.)
The book is part scrapbook -- indeed, family snapshots with the ragged edges of 1960s Kodak prints and ''affixed'' to the page with scrapbook corners. And it's part walk down memory lane.
''When I was a kid growing up in Cuba, my entire family came over for dinner on Sundays,'' writes Emilio Estefan, 55. 'We gathered around the large kitchen table at my parents' house in Santiago, and my mother would serve us the most delicious arroz con pollo in the world.''
The cookbook is also a business tool, Estefan says.
'In the restaurants, we get calls every single week for the recipes. `How do you make the flan? How do you make the masitas de puerco [fried pork chunks]?' Gloria said a cookbook would be a great thing, a great promotion for the restaurants -- and a little flavor of Cuba.''
A cookbook won't hurt the entertainment side of their business either, says Chadwick Boyd, an Atlanta food and lifestyle brand consultant who has worked with celebrity authors including Tyler Florence.
'People who buy their cookbooks are getting a further inside look into celebrities' lives,'' Boyd says. ``You get to peek in their kitchens, and people love that.''
10.09.2008
El Amor a los tiempos del cólera

Un uomo e una donna - come nel migliore dei discorsi amorosi – si contendono la ricerca della felicità assoluta, a cavallo di un secolo, il Novecento, carico di promesse e di buoni presagi. Florentino Ariza (interpretato dall'ottimo Javier Bardem) è un telegrafista che trova nel volto di Fermina Daza (Giovanna Mezzogiorno) il senso unico e solo della sua esistenza. Sullo sfondo di Cartagena, città resa magica dalla prosa di Gabriel Garcia Marquez – autore del romanzo e unico legittimo erede del suo significato profondo – il colera coglie all'improvviso i suoi impotenti "spettatori". Una malattia inesorabile che un sofisticato aristocratico – il dottor Juvenal Urbino – tenterà di debellare con la sua arte curativa. Ed è proprio lui a vincere le resistenze della futura promessa sposa – l'affascinante Fermina – sottraendola all'amore e al desiderio del giovane Florentino, deciso ad attraversare i giorni, i mesi e gli anni che lo separano da un'insperata (ri)conquista della giovane amata.
L'amore ai tempi del colera, romanzo simbolo di una generazione, sbarca sullo schermo in un'operazione che risulta difficile già in partenza. Difficile per l'ovvia diversità del mezzo, di un cinema che non può che arrendersi sin dal principio di fronte alla forza di un testo complesso e meraviglioso come quello di Marquez. Detto questo, si fa quel che si può.
Mike Newell è autore sagace e versatile, uno che spazia dalla commedia (Quattro matrimoni e un funerale) al gangster movie (Donnie Brasco) e che ce la mette tutta per non rendere ridicole le parole e le ossessioni dei suoi personaggi, grazie anche a un insuperabile Bardem che regge praticamente da solo la complessa struttura della pellicola.
In ombra la Mezzogiorno, forse stressata da troppe ore di trucco per poi poter passare il resto del tempo a recitare. I tempi del colera fanno dunque i conti con quelli del cinema, uscendone sconfitti solo in parte, lasciando un alone di profondissimo rispetto nei confronti di un testo sacro come quello da cui trae ispirazione, ma lasciando trionfare senza resistenza (purtroppo) il lato commerciale su quello letterario.