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“So, this is my life. And I want you to know that I am both happy and sad and I'm still trying to figure out how that could be.” ― Stephen Chbosky
We must not expect happiness. It is not something we deserve. When life goes well, it is a sudden gift; it cannot last forever.

6.29.2011

Acconciature da Maiko

Ai tempi di Edo (antica Tokyo) si riusciva a comprendere il carattere della gente semplicemente osservando il modo in cui portava i capelli. Allora c’erano stili diversi per ogni ceto sociale. I capelli ti parlavano, ti comunicavano lo status di una persona, il lavoro che svolgeva e da che parte del paese provenisse. Il mondo delle geishe è attualmente l’unico che conservi questa tradizione. Ci sono differenti stili per ogni stadio della loro carriera e a seconda delle rispettive regioni di provenienza, così come esistono diversi tipi di kimono.

Il primo stile che usano è lo ware-shinobu e sta ad indicare la giovinezza e l’ingenuità della ragazza. E’ un’acconciatura molto complicata, arricchita con nastri, ornamenti vari e fiori di seta, con un otto di capelli ben alto sulla testa.
Il secondo stile delle maiko è l’ofuku e sta ad indicare la perdita della verginità da parte della ragazza, il mizuage. Questa acconciatura è meno elaborata della prima, con i capelli annodati in basso. Le maiko solitamente iniziavano a portare i capelli in questo modo verso i tredici anni.

Dopo essere diventata maiko a tutti gli effetti, la ragazza continuava ad acconciarsi secondo lo stile ofuku. Tuttavia esistevano un altro paio di acconciature da sfoggiare nelle occasioni speciali: la yakko-shimada, per il capodanno, elegante e sfarzosa, con ramoscelli di riso essiccati, benauguranti per la fertilità della donna e per il suo futuro; e la katsuyama, che prendeva il nome dalla dipendente di un bagno pubblico vissuta secoli addietro, divenuta famosa per il suo splendido chignon. L’ultima acconciatura della maiko, in effetti piuttosto complicata, era la sakko, da portarsi durante l’ultimo mese prima della sua promozione a geisha.

-Tratto da: GEISHA di Lesley Downer-

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