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“So, this is my life. And I want you to know that I am both happy and sad and I'm still trying to figure out how that could be.” ― Stephen Chbosky
We must not expect happiness. It is not something we deserve. When life goes well, it is a sudden gift; it cannot last forever.

6.19.2012

Il canto delle farfalle

Un giorno il Creatore, mentre seduto se ne stava riposando, osservò dei bambini che giocavano in un villaggio. I bambini ridevano e cantavano, ma tuttavia, mentre li guardava, sentiva che il suo cuore era triste. 

Pensava: « Questi bambini diventeranno adulti. La loro pelle si raggrinzirà, i loro capelli diverranno grigi ed i loro denti cadranno. Il braccio del giovane cacciatore perderà il vigore e queste amorevoli ragazzine diverranno brutte e grasse. I cuccioli giocherelloni diverranno ciechi cani rognosi, e quei meravigliosi fiori —gialli e blu, rossi e purpurei — appassiranno. Le foglie cadranno dagli alberi e seccheranno. E stanno già diventando gialle! ».

 Perciò il Creatore si sentiva sempre più triste. Era autunno, ed il pensiero dell'inverno che stava arrivando, con il suo freddo e la scarsità di selvaggina e di verde, rendeva il suo cuore sempre più triste. Tuttavia faceva ancora caldo ed il sole stava splendendo. Il Creatore osservò il gioco della luce del sole e delle ombre sul terreno, mentre le gialle foglie erano sospinte qua e là dal vento. Vide l'azzurro del cielo e la bianchezza della farina macinata dalle donne; e d'un tratto sorrise. Pensò: « Tutti questi colori, dovrebbero essere preservati. Farò qualcosa che rallegrerà il mio cuore, qualcosa che questi bambini guardandola ne gioiranno ». Il Creatore tirò fuori la sua borsa e cominciò a raccogliere delle cose: una macchia di luce solare, una manciata di blu del cielo, la bianchezza della farina, l'ombra dei bambini che giocano, il nero dei capelli corvini d'una bella ragazza, il giallo delle foglie cadenti, il verde degli aghi di pino, il rosso, il viola e l'arancio dei fiori che gli erano attorno. Mise tutte quelle cose nella sua borsa e, dopo un ripensamento, vi aggiunse anche il canto degli uccelli. Poi andò nel luogo erboso dove i bambini stavano giocando e chiamandoli porse loro la borsa: « Bambini, piccoli bambini, questo è per voi. Apritela, c'è qualcosa di bello dentro ». I bambini aprirono la borsa e all'istante centinaia e centinaia di farfalle colorate volarono via, danzando intorno alla testa dei bambini, posandosi sui loro capelli, tornando a battere le ali per sorseggiare il polline da questo o da quel fiore, ed i bambini incantati dicevano che non avevano mai visto niente di così bello. Le farfalle cominciarono a cantare, ed i bambini ascoltavano sorridendo. Ma in quel momento un uccello canterino arrivò volando, si posò sulla spalla del Creatore e lo rimproverò dicendo: « Non è giusto che tu dia le nostre canzoni a queste nuove graziose creature. Quando ci hai fatto ci hai detto che ogni uccello avrebbe avuto un suo canto. Ed ora l'hai dato anche a loro, a caso. Non è sufficiente che tu abbia dato ai tuoi nuovi balocchi i colori dell'arcobaleno? ». « Hai ragione », ammise il Creatore. « Ho creato un canto per ogni uccello e non avrei dovuto prendere ciò che vi appartiene ». Così il Creatore tolse i canti alle farfalle, ed ecco perché sono silenziose.
« Sono belle anche così! » pensò.

Leggenda Indiani d'America

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